Palazzo Nardis

Mentre l'Oratorio mostra unità estetica e stilistica pur nello snodarsi di secoli, il Palazzo Nardis, che fronteggia l'Oratorio, rivela nelle sue architetture la complessità della sua storia. La facciata corta su via dell'Arcivescovado ne è un palinsesto: gli archi gotici, ogivali e dentellati delle case-bottega medievali, segnano il piano terra; il primo piano invece, nelle sue linee rinascimentali mostra però l'opulenta scelta di un paramento di pietra rossa, che, alternata al bianco, segna anche le finestre. Ma perché quella casa si trasformasse in un palazzo, venendo unita ad altre tre case vicine, bisogna attendere il Settecento, probabilmente nella ricostruzione conseguente il terremoto del 1703.

Invece, per chi varchi il grande portone, si riveleranno le vesti sette-ottocentesche di un grande scalone doppio - il più grande dell'Aquila - un cortile porticato e terrazzato di gusto classico e una lunga teoria di camere e saloni affrescati e decorati con sontuosa leziosità, già quasi presaga della "Belle Époque".